Tra una crisi pandemica e una crisi alimentare: Il Covid-19 in Mozambico

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A partire dal mese di Febbraio la diffusione del coronavirus in tutto il globo terrestre ha provocato un significativo impatto sull’economia e, in Mozambico, non ha fatto eccezione. L’obiettivo di questo testo è quello di presentare i settori economici più danneggiati dal Covid-19 e quelli che invece stanno beneficiando della pandemia mondiale. Poi, l’analisi si concentrerà sull’impatto che la pandemia potrebbe avere sull’occupazione, la sicurezza alimentare e la stabilità sociale nel Paese. Infine, verranno presentate alcune misure con l’obiettivo di garantire la sicurezza alimentare della popolazione urbana.

I grandi pregiudicati dalla pandemia globale

Turismo e trasporti Come risultato delle restrizioni ai movimenti fra i paesi, uno degli impatti negativi più immediati del coronavirus ha riguardato le compagnie aeree, agenzie di viaggi, operatori turistici, albergatori e ristoratori. Più di recente, la dichiarazione dello Stato di emergenza in Mozambico ha provocato la chiusura degli spazi di svago e dei chioschi per la vendita di bibite alcoliche, un commercio che garantisce il sostentamento di decine di migliaia di famiglie nei centri urbani. Durante il mese di Aprile hanno chiuso numerosi ristoranti della città di Maputo e, chi invece rimaneva in funzionamento, doveva far fronte all’aumento dei prezzi del mercato e alla simultanea diminuzione significativa del fatturato.

Il divieto di riunione con più di dieci persone ha significato la cancellazione di tutto il giro d’affari legato alle conferenze, seminari e workshops. La cancellazione di prenotazioni per le vacanze di Pasqua, festività che è caduta esattamente nel periodo di lockdown, ha avuto un impatto significativo sull’attività degli operatori turistici in Mozambico. Secondo la Federazione Mozambicana del Turismo, circa il 60% degli stabilimenti turistici hanno dovuto chiudere l’attività con perdite del 65% nel mese di Marzo, mettendo a rischio più di 65.000 posti di lavoro. La limitazione del numero di passeggeri nei trasporti pubblici ha diminuito la rendita di questo commercio, traducendosi in una paralisi per molti operatori.

Settore educativo Le misure di chiusura di tutte le modalità di insegnamento in presenza hanno avuto un profondo impatto sul settore educativo. Centinaia di stabilimenti privati, fra cui asili nido, scuole primarie, secondarie, istituti tecnici-professionali e istituti di insegnamento superiore, sorti negli ultimi anni a Maputo, hanno sofferto una diminuzione drastica nel volume delle rette e delle mensilità. Alcune realtà hanno improvvisato, in maniera disorganizzata, modalità di insegnamento a distanza senza che né il corpo docenti né i discenti fossero preparati. Migliaia di professionisti del settore dell’educazione rischiano di perdere il posto di lavoro. Intanto, migliaia di famiglie hanno interrotto il pagamento delle mensilità scolari, generando situazioni di conflitto e negoziazioni con gli enti educativi, mettendo a rischio l’economia intorno a questo settore e l’occupazione dei funzionari dell’educazione.

Commercio di prodotti non alimentari Nelle arterie principali della città di Maputo o nei centri commerciali della capitale, è osservabile la chiusura repentina di numerosi negozi, dell’abbigliamenti, accessori di telefonia o ricambi di automobili, ai negozi di mobili e alle librerie. Si percepisce una chiara diminuzione del numero di venditori informali nelle strade di Maputo, come risultato non solo delle misure adottate dalla municipalità, ma anche alla drastica diminuzione del movimento di persone e del rispettivo potere d’acquisto.

Mercato immobiliare e settore delle costruzioni La chiusura dei commerci ha avuto conseguenze sul mercato degli affitti, costringendo gli imprenditori a negoziare con i locatori riduzioni del canone d’affitto. Il sentimento di incertezza ha avuto inoltre ripercussioni negative nel settore delle costruzioni, ancora molto debole a causa degli effetti della bolla immobiliare precedente.

Industria estrattiva La caduta dei prezzi delle materie prime, in particolare del gas naturale, potrebbe pregiudicare il flusso degli investimenti stranieri a Cabo Delgado, provocando conseguenze negative per la così anelata creazione di posti di lavoro e per le entrate dello Stato. Tuttavia, la diminuzione del prezzo del petrolio potrebbe ridurre il costo delle importazioni, significando così meno spese in debito e la possibilità di accumulazione per lo Stato.

Le imprese fronteggiano enormi difficoltà per mantenere i posti di lavoro. In particolare, nel settore della ristorazione, molti lavoratori vengono mandati in ferie, subiscono riduzioni del salario per mutuo accordo oppure, nei casi peggiori, perdono il lavoro. Le piccole e medie imprese avranno immensa difficoltà a mantenere i propri impegni fiscali, divenendo un problema per lo Stato già abbastanza indebitato e che vedrà diminuita ancora di più la sua capacità di appoggio al settore privato e alle famiglie. Con gli elevati tassi di interesse che si praticano nel mercato, l’accesso al credito sarà impossibile.

Crisi è opportunità: chi guadagna con la crisi

Se la maggior parte dei settori economici si trovano in difficoltà, altri hanno approfittato di questa crisi, in particolare:

Settore sanitario In un momento iniziale si è verificato un aumento del movimento nelle farmacie e una richiesta di stock di prodotti come alcool e disinfettante, mascherine, vitamine o paracetamolo. L’ispezione dell’INAE (Inspeção Nacional das Atividades Econômicas) ha evidenziato un aumento esagerato dei prezzi. Cliniche private annunciano prestazioni sanitarie e diarie di ricovero a un prezzo estremamente elevato.

Agro-forestale Come risultato dell’aumento della domanda e della chiusura della maggior parte degli esercizi commerciali, la vendita di prodotti alimentari ha sofferto con la crisi. Così come per il settore sanitario, si assiste a una crescita dei prezzi, in un primo momento, di prodotti importati.

Fornitori di servizi internet Il divieto di incontri in presenza porta a maggiori interazioni virtuali, in questo modo ci si aspetta che gli operatori di internet sperimentino un aumento del traffico e del fatturato. La situazione crea opportunità per il concepimento e la vendita di software di vendita online, tra gli altri.

Aumento della povertà, sicurezza alimentare e dei cittadini

Fino alla fine del primo trimestre del 2020, l’enorme fragilità del settore imprenditoriale si rifletterà in un aumento drastico del numero di disoccupati. Se nelle zone rurali la disoccupazione (particolarmente per il settore alberghiero e della ristorazione) può essere attenuata da situazioni di pluriattività familiari a livello di agricoltura (e non solo), nei centri urbani ci si aspettano situazioni di penuria. Senza accesso a redditi o sussidi di disoccupazione, con piccolo o nullo risparmio e in uno scenario di aumento dei prezzi, la popolazione urbana più povera sarà abbastanza vulnerabile alla fame. La situazione potrebbe aggravarsi in uno scenario di implementazione delle restrizioni all’esportazione di prodotti alimentari, se le economie esportatrici si sentiranno, anch’esse, colpite dalla crisi.

La povertà e l’insicurezza alimentare aumenteranno il rischio di insicurezza pubblica, determinando il verificarsi di disordini soprattutto considerando la grande vulnerabilità dei depositi di prodotti alimentari e veicoli di trasporto degli alimenti. Le rivolte urbane del 2008 e del 2010 a Maputo (provocate dall’aumento del costo dei trasporti, del pane e dell’energia) o le proteste verificatesi in vari punti della provincia di Sofala dopo il ciclone IDAI per l’accesso ai prodotti alimentari, rappresentano esperienze ben radicate nella memoria collettiva, e potrebbero pertanto ripetersi.

In uno scenario di disoccupazione e di recessione economica, difficilmente il mercato del lavoro potrà assorbire la domanda proveniente dalle decine di carcerati dalle prigioni, liberati per diminuire i rischi del contagio, perciò molti cittadini temono un aumento della piccola criminalità e dell’insicurezza urbana.

D’altro canto, essendo una popolazione giovane (metà dei mozambicani ha un’età uguale o inferiore a sedici anni) il Mozambico ha registrato ad oggi due soli casi di morte per Covid-19. Tuttavia, la crisi economica potrebbe aggravare situazioni di insicurezza alimentare, specialmente nelle città, così come il livello di risposta dei servizi sanitari di trattamento e prevenzione di altre malattie come la malaria, tubercolosi, HIV-SIDA. In questo senso, ci si aspetta un’importante sfida per la popolazione.

 

Articolo scritto da João Feijó, ricercatore dell’Observatorio do Meio Rural di Maputo, partner del nostro progetto in Mozambico – Traduzione di Chiara Spatafora