Una guerra sul corpo delle donne
Per non dimenticare la Bosnia Erzegovina dopo 30 anni
L’evento si inserisce all’interno della rassegna Cercando la libertà: storie di diritti negati, le pratiche della resistenza delle donne dall’Afghanistan all’Europa del comune di Reggio Emilia e dei Musei Civici di RE dal 5 ottobre all’11 dicembre 2022. Durante questa rassegna, ci saranno fotografie, un’esposizione artistica collettiva, proiezioni, incontri tematici e testimonianze.
La serata Una guerra sul corpo delle donne sarà dedicata alla Bosnia Erzegovina, 30 anni dopo l’inizio della guerra. Sarà l’occasione di sentire le importanti testimonianze di Ajna Jusic e Amra Delic, accompagnate dal giornalista e scrittore esperto della storia dei balcani, Luca Leone.
Ajna Jusic, presidente dell’associazione The Forgotten Children of War. L’associazione è nata a Sarajevo ed è stata la prima associazione di giovani nati dagli stupri di guerra degli anni ’90. Dal 1995, con gli accordi di pace, la Bosnia Erzegovina ha vissuto un periodo di ‘pace fredda’: una situazione pacificata, ma non pacifica. La Bosnia Erzegovina sta affrontando molte sfide per essere una società più coesa ed equa, e nonostante lo sforzo di tante associazioni, la strada da percorrere è ancora lunga. L’associazione Zaboravljena Djeca Rata (ZDR) – in italiano, i bambini dimenticati della guerra – vuole far conoscere le storie dei bambini nati come conseguenza degli stupri di guerra e raccontare le terribili esperienze delle loro madri, per provare a liberarle dalle discriminazioni ed esercitare i loro diritti senza ostacoli.
Amra Delic, neuropsichiatra, è specializzata nello studio delle conseguenze a lungo termine dello stupro sulle vittime. Parlerà della situazione della società bosniaca erzegovese riferendosi alla questione del trauma dei sopravvissuti e delle sue conseguenze sulle generazioni successive ma anche della legislazione vigente nel paese.
Si stima che circa ventimila donne e uomini, maggiormente donne, siano stati violentate o abusate sessualmente durante la guerra (1992-1995). Oggi, le donne devono affrontare sistemi di protezione sociale complessi a causa delle differenze legislative tra le tre unità amministrative del paese: significa che le sopravvissute a violenze sessuali sono trattate in modo diverso a seconda del luogo in cui vivono, il che porta inevitabilmente a disuguaglianze e discriminazioni. La situazione per i loro bambini non è sempre migliore e, anche per loro, le complicazioni amministrative (e culturali) sono tante, senza contare che il peso dello stigma legato alla violenza sessuale è altrettanto forte per i bambini nati a causa della guerra.
Vi aspettiamo il 15 novembre al Binario 49, via Turri 49 alle 21.00.
Cercando la libertà, un progetto del comune di Reggio Emilia e dei Musei Civici di RE in partenariato con Casa d’Altri, Iniziativa Laica e Associazione Non da Sola con il sostegno della Regione Emilia Romagna.
Una guerra sul corpo delle donne, un evento organizzato da Iscos Emilia-Romagna, CISL Emilia Centrale ed Infinito Edizioni.