#ThisAbility: champions of inclusion, every child despite the differences
Bosnia-Erzegovina
Settore: Parità di genere / Educazione inclusiva
Per approfondire…
Le attività di Lotos a Zenica si basano su valutazioni diagnostiche fornite da un gruppo di esperti (pediatri, psicologi e logopedisti) per attivare sessioni terapeutiche individuali e attività di gruppo: si realizzeranno laboratori di psicomotricità e sportivi, counseling con genitori di bambini con disabilità, interventi socioeducativi di gruppo, visite a luoghi di interesse anche coinvolgimento e partecipazione di oltre 20 signore anziane come volontarie attive dell’associazione. Verranno anche organizzati momenti di formazione per operatori ed educatori delle OSC locali.
Le attività di Spid Club si baseranno sulla realizzazione di corsi di nuoto e socializzazione per bambini con disabilità e non (ad oggi oltre 150 bambini frequentano regolarmente il club di nuoto a Otoka, la piscina olimpionica di Sarajevo, di questi circa la metà sono bambini con disabilità, e alcuni di loro hanno partecipato a giochi para olimpici in Croazia e Italia e due di loro parteciperanno alle Olimpiadi di Parigi 2024 nelle rispettive categorie).
Le attività di Kos si baseranno su doposcuola con accompagnamento educativo e sociale allo scopo di prevenzione all’abbandono scolastico, supporto socio-educativo e anti-discriminazione per le famiglie della comunità Rom di Mostar, in particolare per 15 bambine Rom provenienti dalla località di Salakovaz, a 25 km da Mostar, che vivono in condizioni precarie nelle abitazioni abbandonate durante la guerra degli anni ‘90.
Un po’ di contesto…
Il contesto attuale in cui si ritrova la Bosnia Erzegovina è ancora molto critico: a partire dall’attacco russo dell’Ucraina, nel febbraio del 2022, i cittadini bosniaci ed erzegoviesi si sono trovati a dover riaffrontare il trauma bellico e dover rivivere il proprio passato, con ancora tutti i loro traumi e tanti nuovi problemi: emblematica è la situazione del sistema sanitario, svuotato di competenza e in ritardo per percorsi di prevenzione e diagnosi; ma anche l’elevata inflazione che ha creato ulteriori problemi per i gruppi emarginati e svantaggiati, tra cui famiglie di bambini con disabilità che faticano a ricevere medicinali, terapie e attività extra-scolastiche, e la famiglie che vivono nelle parti decentrate e rurali del paese lasciate sempre più senza servizi.
Il 21 marzo, grazie al voto favorevole del Consiglio Europeo, sono stati finalmente avviati i negoziati di adesione all’UE per la BiH che aveva iniziato il processo di adesione nel febbraio del 2016 e, da allora, diventare uno stato membro è tra gli obiettivi principali del governo bosniaco ed erzegovese. Il percorso si preannuncia ancora lungo, è altresì certo che questo status potrebbe permettere al Paese balcanico di accedere a importanti risorse e partnership. Abbiamo visitato la città di Sarajevo ricoperta di bandiere blu dell’Unione Europea con grande emozione, ciononostante rimangono oltre alle grandi aspettative, molti interrogativi, rispetto a come si realizzerà questo percorso e in quanto tempo, ma soprattutto quali conseguenze questi negoziati porteranno, sia in termini di stabilità politica interna, sia in termini di ricadute per la popolazione, il lavoro, la sanità e i diritti sociali. Dal nostro punto di vista, in quanto testimoni delle vicende politiche locali degli ultimi vent’anni, ci auguriamo che alcuni temi quali il funzionamento dei servizi sociali, le politiche anti-discriminatorie, le azioni contro l’isolamento e il disagio giovanile, e tutto ciò che ha a che fare con l’inclusione sociale e la marginalità, vengano collocati ai primi posti dell’agenda politica del Paese durante questo processo di adesione. Come non è stato fatto finora.