#Gamechangers -playing for a more inclusive and peaceful society in Bosnia-Erzegovina
Bosnia-Erzegovina
Settore: Parità di genere / Educazione inclusiva
Per approfondire… un po’ di contesto!
Dopo 30 anni dalla pace, BiH non ha ancora compiuto passi verso una pace duratura. Ancora oggi la riforma costituzionale viene discussa solo in termini di legge elettorale e tutela del cosiddetto “interesse nazionale” e della “rappresentanza nazionale”, mentre nessuno sforzo è stato dedicato a risolvere alcune delle questioni più scottanti: diritti alla salute e diritti umani. Oggi è ancora impossibile viaggiare in treno da Sarajevo a Banja Luka. È ancora impossibile, qualunque sia il problema sanitario, ottenere il permesso di farsi curare in un ospedale che si trova a soli 100 km da casa propria, in un altro cantone o in un’altra entità. I bambini vengono inviati dalle ONG per essere curati negli ospedali in Turchia o in EU, anche quando i fondi per le cure vengono da stanziamenti pubblici. Le conseguenze della guerra in Ucraina sono palpabili in BiH. Non solo l’intera popolazione è esposta a PTSD, ma i costi della vita di base aumentano di giorno in giorno. Con la guerra a Gaza, le divisioni politiche pro – e contro Israele, pro – e contro Palestina, pro e contro Russia e/o Ucraina, sono gli argomenti che influenzano la vita politica quotidiana. Con l’avvicinarsi delle nuove elezioni 2024, i politici nazionalisti utilizzano sempre più una retorica di paura per guadagnare punti e mantenersi al potere. Si potrebbe credere che abbiamo imparato dal passato, ma non è così. Il cerchio della violenza non si chiude mai. In maggio l’intera regione è stata scioccata dalla sparatoria in una scuola di Belgrado commessa da un ragazzo di 13 anni. In agosto un assassino a Gradačac (BiH) ha trasmesso in diretta streaming sui social l’esecuzione di sua moglie davanti al loro bambino. Non solo il mostro ha ricevuto supporto mentre trasmetteva in streaming questo orribile crimine, ma quelle copie sono state condivise anche tra adolescenti. Molti sono scesi in piazza per protestare contro la mancanza di sforzi nell’avviare misure concrete contro i femminicidi.